“Ho conosciuto uomini che nelle loro diatribe contro la guerra invocavano il nome del dio della pace, intanto che distribuivano fucili ai Pinkerton per abbattere quelli che scioperavano nelle loro stesse fabbriche”
(Jack London)
Da quando, giovanissimo, ho partecipato alle prime manifestazioni studentesche e ai primi collettivi “autonomi” dell’università, ci si dichiarava tutti antifascisti, antisessisti e antirazzisti. Questa era giustamente la base minima per poter far parte del movimento o anche di un partito di sinistra.
Piano piano però, pare che questa posizione sia diventata scontata, un non detto assunto fideisticamente e così è passato paradossalmente sempre più in sordina: nessuno parlava più dell’antifascismo praticato come priorità. Alcune compagini di sinistra addirittura affermavano (e credo affermino tuttora) che il fascismo è una cosa riguardante il passato. “Lo abbiamo già sconfitto” dicono alcuni. “Non siamo più nel Ventennio, adesso ci sono altre forme attraverso le quali si manifesta: lo sfruttamento sul lavoro, la discriminazione, il sessismo, la compressione salariale, ecc. sono le nuove forme di corporativismo fascista”. Fin qui siamo nell’ambito delle interpretazioni di un fenomeno e della sua evoluzione sulla quale si può convenire o meno.
Ora veniamo ai fatti di cronaca: il 9 ottobre, durante una manifestazione no-Green Pass a Roma organizzata da Forza Nuova, viene annunciato dal palco per voce del leader romano della compagine neonazista: “Adesso andiamo a prenderci la CGIL”. Parte così l’attacco e l’incursione devastatrice alla sede del sindacato in Corso Italia.
Ora va bene, siamo d’accordo: la CGIL, così come la UIL e la CISL, sono parte delle istituzioni dello stato, gli unici in qualche modo riconosciuti come interlocutori ai tavoli delle trattative con regioni e governo, per cui non stiamo parlando di chissà quale baluardo della rivoluzione. Eppure, nella mente bacata di questa marmaglia, rappresentano il sindacato comunista per eccellenza.
Il giorno stesso, si accumulano attestati di solidarietà alla CGIL che vede compatto tutto l’arco istituzionale. Draghi si fa fotografare con la mano sulla spalla del segretario generale Landini. Enrico Letta dice: “Sciogliamo Forza Nuova”, Draghi dice: “Si, giusto, ci stiamo pensando”, Salvini parla di “attacco ignobile”, ecc.
L’indomani, tutti i giornali, TV e media mainstream hanno condannato “l’attacco squadrista di gruppi organizzati neofascisti”. Parole riprese dallo stesso segretario generale durante il comizio del giorno dopo al presidio antifascista fuori la sede sindacale di Corso Italia. La sede della CGIL viene ulteriormente presidiata dai funzionari che dormono lì di notte e fanno i turni di guardia come facevo anch’io da ragazzo quando occupavamo un centro sociale.
Tutti, all’improvviso, riscoprono il pericolo fascista. Rainews 24 con la consulenza del bravissimo analista informatico Alex Orlowski, mette in piedi un servizio su “vaccini e fascismi” analizzando la penetrazione sempre più proficua della galassia neofascista nelle proteste no-vax, grazie anche a una disinformazione che fa breccia nella sfiducia di gran parte della popolazione nei confronti delle istituzioni orientandola verso l’approccio complottista.[1]
Tutto molto interessante. Questa repubblica italiota che ha utilizzato ampiamente a piene mani le organizzazioni neo fasciste (qualcuno dei vecchi nostalgici della camicia nera era lì in piazza) per scongiurare il pericolo comunista negli anni ’60 e ’70 con stragi che hanno mietuto centinaia di vittime innocenti si riscopre, con mio enorme stupore, antifascista.
Senza entrare ulteriormente nel merito dei contenuti di queste manifestazioni sulle quali si può essere d’accordo o meno, vorrei sottolineare però il punto decisivo. Detto fra parentesi, personalmente, se devo partecipare a una manifestazione No Green Pass organizzata da Forza Nuova, come minimo mi farei due domande, tanto per usare un eufemismo. In ogni caso, proviamo a fare un passo avanti e andiamo all’11 Ottobre, giorno dello sciopero generale del sindacalismo di base.
Poco dopo la manifestazione, un picchetto di operai aderenti al Si Cobas, a Prato, in solidarietà ai lavoratori licenziati della Dreamland e contro i turni di lavoro massacranti, viene aggredito da una banda di squadristi picchiatori con mazze di ferro e legno: quattro operai finiscono all’ospedale. Dalla pagina del sindacato leggiamo queste brevi e significative parole: “Si parla tanto di squadrismo, di fascismo; tante istituzioni si riempiono la bocca di parole vuote e mentre per davvero gli operai che denunciano lo sfruttamento, turni di lavoro massacranti da 12 ore al giorno vengono caricati di botte da squadracce vere e proprie la polizia c’era, ed era a fare i video. Quattro operai sono all’ospedale.”[2]
A parte alcune dichiarazioni di rito degli enti locali e una generica solidarietà della CGIL, a parte le dichiarazioni della destra che se la prende con la mafia straniera (pare che gli aggressori fossero cinesi), non mi sembra ci siano state roboanti dichiarazioni istituzionali pari a quelle dell’attacco alla CGIL.
Premesso che i miei sono solo esempi comparativi e non qualcosa di auspicabile in assoluto, non c’è stata nessuna “discesa in campo” di esponenti del governo, e le televisioni e i giornali, a parte qualche testata locale, non hanno dedicato alcuno spazio alle “neo bande Pinkerton” della Dreamland che hanno agito con azioni anch’esse degne del puro squadrismo fascista. Pare che il dichiararsi antifascisti per certi personaggi delle istituzioni sia valido per certuni e non per altri.
Qui ovviamente nessuno si aspettava alcunché di diverso, figuriamoci: sappiamo che l’informazione mainstream ha un suo criterio selettivo che fuga ogni dubbio su chi vale la pena di difendere e a cui dare solidarietà e a chi invece dà fastidio, per il quale una qualche lezioncina gli fa pure bene. Fidarsi delle dichiarazioni formali di un governo che va dalla Lega al PD passando per Forza Italia, che si autoproclama antifascista a comodi suoi, non credo convinca più nessuno.
Agli omicidi dei padroncini che investono col tir i lavoratori in sciopero, agli attacchi delle forze del disordine contro gli operai, fino all’utilizzo delle bande Pinkerton, saranno i lavoratori e i sindacati di base a difendersi rispondendo agli attacchi subiti e sicuramente proprio lì troveremo il vero senso militante dell’antifascismo che parte dal basso.
Flavius
NOTE
[2] https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/912118396373222 .